La cugina di terzo grado. La vacanza. 12ª parte. - Macerata Trasgressiva

La cugina di terzo grado. La vacanza. 12ª parte. - Macerata Trasgressiva

La cugina di terzo grado. La vacanza. 12ª parte. Era mattina ero appena uscito dal bagno e sento bussare, era Cinzia, le apro era vestita con pantaloni jeans, scarpe da tennis e un maglioncino, che però le lasciava scoperto l'ombelico la feci entrare lei chiuse la porta dietro di se e ci salutiamo con il classico bacio poi con tono malinconico mi dice: il tempo è uggioso minaccia pioggia. Quei jeans che indossava mettevano in risalto il suo sedere a mandolino, e dal maglioncino oltre a mettere in risalto i seni, si notavano pure i capezzoli. Andò alla portafinestra e tirò su la tapparella, e mi disse guarda fuori, all'inizio non potei fare a meno di ammirare quel bel sedere a mandolino avvolto nei jeans, mi avvicinai a lei, le diedi una sculacciata e tenendo la mia mano sul suo sedere scrutai il cielo e dissi: oggi il tempo non promette nulla di buono, poi aggiunsi ma tu non indossi il reggiseno, lei sollevò il maglioncino e disse con tono appropriato esatto hai indovinato, io ai suoi seni e capezzoli diedi dei bacini, poi lei si ricompose. Mi infilai pure io un paio di jeans, scarpe da ginnastica e un maglioncino e ci incamminiamo per la colazione, sulle scale incrociamo i suoi, almeno per una volta si faceva colazione tutti assieme. Fuori il tempo era incerto mia cugina Michela nonché sua mamma disse che era meglio portarsi nel caso piovesse un ombrello ma essendone sprovvisti ne compriamo due all'emporio lì vicino. Dato che era il 15 di agosto e iniziava la 2ª settimana di vacanza, almeno le prime 7 giornate le abbiamo passate bene crogiolandoci al sole e non solo. Beh fatto sta, la mattinata la passiamo tra i vari negozietti così ne approfittiamo per fare le classiche compere dei soliti regalini. Si avvicinava l'ora del pranzo, ci incamminammo verso l'albergo per poi portare nelle camere le borse delle compere, che a d'un tratto iniziò a piovere. Eravamo al tavolo, mancava solo Cinzia e già si sentiva tuonare, rivolgendomi a loro e di preciso a Michela nonché mamma di Cinzia dissi: ma cosa sta combinando non arriva più? Lei mi rispose corri su da Cinzia che poi ti spiego, arrivato alla porta della sua camera bussai lei mi rispose singhiozzando entra entra, la trovai rannicchiata nel'angolo del letto qche si teneva le orecchie tappate con le mani, e ripeteva tra le lacrime, tra un pò finisce, tra un pò smette. A vederla in quello stato mi venne un tuffo al cuore. Mi misi accanto al lei e la abbracciai tremava come una foglia, poi insieme scendiamo giù per pranzare, dalla finestra si vedeva e sentiva un acquazzone di pioggia con lampi, tuoni e fulmini anche lì Cinzia tremava. A fine pranzo Michela disse chi aveva voglia del caffè, io risposi ma sì un caffè me lo bevo volentieri, Cinzia e Carlo suo padre non lo vollero. E si sedettero nella hall dell'hotel ad aspettarci. Arrivammo al bar entrammo e il caffè lo prendemmo seduti al tavolino. Michela iniziò a raccontare. ...continua...

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