VOGLIA DI TRASGRESSIONE - parte uno - Brescia - Macerata Trasgressiva

VOGLIA DI TRASGRESSIONE - parte uno - Brescia - Macerata Trasgressiva

Convivevo con Raffaele da un anno. Facevamo sesso molte volte alla settimana, ma sempre nella posizione tradizionale. Dopo un po' di preliminari, un pompino e una leccata di figa, mi sdraiavo sulla schiena, allargavo le cosce e lui mi penetrava. Era un uomo onesto, tutto casa e lavoro. 50 anni, divorziato dal 1995, padre di un figlio ormai adulto, faceva l'operaio edile da sempre e m'aveva conquistato con la sua semplicità. Del resto, anch'io venivo da un matrimonio finito male e avevo una figlia grande. Per chi, come noi, vive in un piccolo paese in provincia di Brescia, è difficile rifarsi una vita. Io avevo provato, ma eran tutte state avventure da poco, grandi scopate per 2-3 mesi, poi chi s'è visto s'è visto. Anche Raffaele aveva avuto qualche altra storia, l'ultima con la cuoca di un ristorante del posto, come noi regolarmente separata e con prole. Era anche durata abbastanza (più di 2 anni), ma si era conclusa perchè lei (discreta figa sui 40) voleva smettere di lavorare e farsi mantenere da un uomo ricco o benestante. Per questo lo definiva spesso "un delinquente" e lui questo non lo sopportava proprio.
Pensavo che la sua condotta sessuale fosse dovuta alla paura di perdere anche me. Che si sforzasse di essere tutto l'opposto di "un delinquente". Non sospettavo minimamente che ci fosse una grande perversione nascosta dentro di lui. Da molto tempo mi proponevo di darli una svegliata, ma finora avevo sempre rimandato.
Quella sera ho indossato una graziosa maglia nera con una profonda scollatura, i miei seni erano sostenuti da un reggipetto a balconcino e sembrava volessero saltar fuori. Avevo messo anche una gonna rossa più corta del solito, un collant a rete e scarpe nere coi tacchi alti. Appena è tornato dal lavoro, mi sono avvicinata e l'ho baciato guidando le sue braccia e le sue mani nell'esplorazione del mio corpo. Le nostre lingue si sono intrecciate a lungo, mentre lui sollevava la maglia nera con gesti lenti e gentili, scoprendo e palpeggiando le mie mammelle protese e capezzolute.
L'ho trascinato con un gesto improvviso verso la camera col letto matrimoniale, ma lui m'ha bloccato.
- Scusa tesoro, il tempo di fare una doccia, oggi in cantiere abbiamo sistemato un tetto e sono sudato come un cammello...
- Eh no caro, è così che ti voglio... sudato, sporco e con la puzza di uomo addosso!
Ha sorriso e, essendo un maschio esperto, m'ha baciato e leccato il collo, le orecchie, perfino la parte inferiore della testa. Poi la sua bocca s'è avventata sulle mie tette.

CONTINUA

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