• Pubblicata il
  • Autore: ANTONELLA M.
  • Categoria: Racconti etero
IL MIO FLIRT CON BOBBY SLURP – capitolo terzo – Follonica (GR) - Macerata Trasgressiva
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IL MIO FLIRT CON BOBBY SLURP – capitolo terzo – Follonica (GR) - Macerata Trasgressiva

Sono rimasta bloccata e non ho risposto nulla... - Sembri così eccitata... Non ho mai visto una escort puttana più di te... perchè sei una escort... vero? Rimanevo in silenzio. - Se ti metto le mani addosso, ti darò una bella lezione, per farti capire la cagna criminale che sei... rimpiangerai il giorno in cui sei nata...  Spaventata, ho rapidamente chiuso il telefono, maledicendo il momento in cui mi sono lasciata fottere mentre mi scattava delle foto. Dopo due ore ho ritelefonato a Bobby sperando che rispondesse lui. Dopo 2-3 chiamate, ho ricevuto un messaggio. Diceva che gli dispiaceva che sua moglie mi avesse chiamato, che si stavano separando, e che presto si sarebbe sbarazzato di lei. Ha aggiunto di aver cancellato tutte le immagini e che non vedeva l'ora di rivedermi. Ho risposto che ero un po' sconvolta e che era meglio aspettare qualche giorno. Passata una settimana, non riuscivo a non pensare a lui, al suo cazzo, e speravo che mi cercasse. Alla fine gli ho telefonato io, gli ho proposto di incontrarci in un posto neutrale e segreto, dove nessuno poteva scoprirci... soprattutto sua moglie! Nelle settimane seguenti ci siamo visti spesso, facendo sesso orale estremo e scopando in tutti i modi e in tutte le posizioni, in automobile, in campagna all'aria aperta, nei motel... ovunque. Ero diventata dipendente dal cazzo di Bobby. Intanto, continuavo a lavorare come commessa al centro commerciale . Una volta è venuto a trovarmi pure lì. I miei colleghi avevano già notato che ero cambiata molto, che non uscivo più con loro. Bobby non gli piaceva molto. Pensavano che fossi una ragazza che aggancia qualsiasi uomo, anche un poco di buono, un delinquente... ma a me piaceva. Piuttosto trovavo strano che lui mi chiedesse sempre di vestire in modo sexy: gonne corte, tacchi, niente reggiseno, ecc., e di non indossare mai i pantaloni. Aveva questa fissa, che stava lentamente ma inesorabilmente diventando sempre più importante. Un pomeriggio, ha telefonato, mi ha raggiunto nei bagni del supermercato e mi ha obbligato a fargli un pompino senza scoparmi. Mi ha riempito la bocca di sborra e se n'è andato, dicendo che aveva un impegno urgente. Mi sentivo sempre più umiliata, cominciava a parlarmi in modo volgare non solo a letto, ma anche con gli amici, il che mi infastidiva molto. CONTINUA

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